Avrebbe estratto una pistola davanti ad alcuni ragazzi seduti ai tavolini di un bar del quartiere San Paolo di Bari, tentando di fare fuoco. Con questa accusa è indagato, per minaccia aggravata dal metodo mafioso, il 20enne Eugenio Palermiti, uno dei quattro giovani rimasti feriti nella sparatoria costata la vita ad Antonella Lopez, la 19enne uccisa per errore, nella notte tra sabato 21 e domenica 22 settembre, nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta.

L’episodio è riportato nell’ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, ha convalidato il fermo (in carcere) di Michele Lavopa, il 21enne accusato di aver esploso i colpi che hanno provocato la morte della ragazza. Una sparatoria nata da alcune vecchie ruggini tra il killer ed il gruppo di Eugenio Palermiti.

Dalle carte del giudice emerge che il 20enne, nipote dell’omonimo boss del rione Japigia (arrestato a febbraio), il 9 settembre scorso, ha raggiunto in sella ad una moto TMAX, guidata da un amico, il bar di una stazione di servizio di viale Europa. Qui avrebbe estratto una pistola, davanti ad alcuni giovani seduti ai tavolini, tentando di sparare e provocando un fuggi fuggi generale.

Palermiti è stato individuato dalle telecamere di sorveglianza del bar, mentre nel corso di una perquisizione, è stato trovato in possesso di abiti compatibili con quelli indossati dall’autore della minaccia con la pistola.

Ascoltato dagli inquirenti, il 20enne ha dichiarato di aver usato una pistola a salve e di essersi recato sul posto assieme ad un amico, anche lui rimasto ferito nella sparatoria in discoteca. La moto usata dai due, di proprietà di una terza persona, è stata sequestrata.