Il Coordinamento regionale della Puglia di Avviso Pubblico, l’Associazione Regionale Antiracket ed il Presidio Libera di Molfetta, esprimono sgomento e profonda preoccupazione per l’ennesimo episodio di sangue avvenuto la notte tra sabato 21 e domenica 22 settembre, consumatosi nel mezzo della ressa di un locale notturno.
“La giovanissima età della vittima, di appena 19 anni, e degli altri soggetti coinvolti (è di queste ore la notizia del fermo di un ventunenne, reo confesso dell’omicidio), rende ancor più dolorosa la vicenda che, tuttavia, testimonia la spregiudicatezza degli appartenenti ai clan baresi che circolano impunemente armati per la provincia, seminando il panico tra gli avventori e lasciando dietro di loro una scia di sangue e di dolore.
Agli inquirenti va il plauso per aver assicurato in poche ore il colpevole alla giustizia, ma questo non deve indurre a distogliere l’attenzione dal controllo del territorio, dovendosi temere le consuete ritorsioni, tipiche della perversa logica mafiosa, del clan offeso contro gli appartenenti al clan aggressore.
Queste dinamiche criminali devono essere spezzate con un lavoro coordinato di tutti gli attori istituzionali e sociali, che si devono fare carico delle situazioni di degrado e di disagio che portano giovani poco più che maggiorenni ad immaginare il proprio futuro in un clan mafioso anziché in un percorso fatto di impegno e onestà. Alla magistratura spetta il compito di far luce sui fatti quando sono già accaduti, ma prima di allora sono le istituzioni a doversi fare carico delle situazioni di degrado e di disagio che portano giovani poco più che maggiorenni ad immaginare il proprio futuro in un clan mafioso.
I servizi sociali dei Comuni vanno potenziati, considerato che spetta ad essi l’onere di individuare le situazioni critiche e di intervenire segnalando ai Tribunali per i minorenni le situazioni familiari che possano portare un giovane a comportamenti devianti; le forze di polizia vanno rafforzate affinché siano messe nelle migliori condizioni possibili di controllare i locali notturni, la c.d. movida, accertando che gli esercenti siano autorizzati a svolgere le attività di intrattenimento. Senza un intervento serio di prevenzione, senza un coordinato e continuo lavoro di squadra, episodi tragici e criminali come quello accaduto a Molfetta, potrebbero moltiplicarsi e minare la sicurezza e lo sviluppo sereno delle nostre comunità”.